Qualche mese fa un ragazzo di circa 30 anni, poi diventato mio cliente, si presenta con la sua storia. Si era formato e specializzato per lavorare nel settore moda. In questo settore era riuscito ad inserirsi fin dal 2014, acquisendo una consistente esperienza e raggiungendo buoni risultati.
Nel 2020 una scelta improvvisa, decide di lasciare quel posto di lavoro per ragioni del tutto personali. Nessun problema legato alle sue capacità, alla diligenza e responsabilità con cui svolgeva quel lavoro.
Quando Roberto si presenta al nostro primo incontro via pc, come sempre accade con i miei clienti spesso residenti in città del Nord Italia, appare piuttosto stanco, privo di entusiasmo, quasi spento per aver cercato di rientrare negli ultimi due anni nel proprio settore lavorativo, senza riuscirvi.
Oltre a raccontarmi il suo percorso con sincerità ed apertura, Roberto mi invia il suo attuale curriculum vitae. Da una prima analisi mi rendo conto di quanto il curriculum di Roberto rispecchi la sua situazione attuale. Risulta spento e stanco, fermo ad una realtà che non è più quella attuale. Anche graficamente il colore scelto per lo sfondo è piuttosto pesante e tende a trasferire un’immagine poco positiva.
Parlando con lui mi rendo conto da subito di quanto Roberto ami il suo lavoro, di quanto quasi si senta “in colpa” per aver fatto quella scelta due anni prima, di come non riesca a trovare l’energia giusta e la motivazione per presentarsi efficacemente sul mercato del lavoro. Il risultato di questo suo stato d’animo l’ha portato ad uscire dal suo settore ed in qualche modo a perdere i contatti giusti.
Queste le tre azioni svolte assieme:
- Modificare il curriculum vitae. Dal punto di vista grafico “alleggerendo”, e lavorando sui contenuti, andando a fotografare la realtà e valorizzando ciò che Roberto aveva fatto in quegli anni. Il suo stato d’animo così provato, l’aveva portato ad omettere da inserire sul cv un’attività che aveva comunque portato avanti, sotto forma di collaborazione occasionale, negli ultimi due anni. In tutt’altro settore rispetto a quello moda ma in stretta attinenza con competenze artistiche ed uso di programmi di grafica, Roberto, aveva lavorato e continuava anche attualmente a farlo. Questa attività aveva piena dignità e necessità di essere inserita nel suo percorso professionale.
- Potenziare il racconto durante un colloquio di lavoro. Andando ad approfondire la storia di Roberto, analizzando la comunicazione sia nei contenuti che nella forma, mi sono resa conto di quanto fosse bassa in quel momento la sua energia, di quanto fosse necessario lavorare per Roberto sul liberarsi di quel “senso di colpa” per aver lasciato il lavoro anni prima, di come concretamente non riuscisse ad inserire nella sua narrazione, quell’evento. Nelle simulazioni del colloquio abbiamo lavorato sul suo racconto, sulla narrazione e concatenazione logica dei fatti ma soprattutto sull’energia da trasmettere agli addetti alla selezione.
- Sviluppare contatti. Questa ripresa di fiducia ha portato Roberto ad essere più attivo nei canali social, a fare delle scelte di contenuto e grafiche più attente ma soprattutto ad essere maggiormente presente nelle occasioni di incontro del settore, con la finalità di stringere nuovi contatti e far conoscere il suo lavoro.
Lavorare su questi punti ha portato Roberto ad avere dei risultati immediati, ossia, dopo due anni di stasi, essere ricontattato dalle aziende del suo settore per dei colloqui di lavoro. Dopo qualche mese Roberto ha ottenuto una collaborazione occasionale nel suo ambito di attività. Ora Roberto continua nella sua ricerca, porta parallelamente avanti quel lavoro in un settore differente dal suo, trasmette entusiasmo, determinazione, in una parola, quella convinzione che lo porterà a rientrare nel settore che ama!